Mariangela Melato |
Mariangela Melato non c'è più. Quello sguardo che lampeggiava dallo schermo, quelle mani di cui vedevi il fremito anche se sedevi nell'ultima fila a teatro, quella voce roca e inconfondibile, quell'accento di verità che permeava tutto il suo lavoro non ci sono più. O meglio, rivivono nel ricordo di chi l'ha vista recitare, di chi ha ascoltato quella voce carica di accenti e sfumature, che sapeva salire all'urlo e poi piegarsi in un sussurro di cui distinguevi ogni sillaba.
Mariangela Melato era una grande attrice tragica e una grande attrice brillante.
Sembra incredibile che la sua Medea potesse convivere con l'irresistibile bottana industriale socialdemocratica di «Travolti da un insolito destino...» eppure entrambi i registri erano perfetti.
Perfetti perché pieni di verità.
Mariangela Melato era bella di una bellezza insolita e imperfetta ma indiscutibile, nella quale lei credeva pochissimo. Sembra che Renzo Arbore, suo compagno di vita per molti anni, un giorno sul set le abbia detto: «E smettila con questa mania di voler essere la brutta intelligente a tutti i costi, mi dispiace per te, ma tu sei bellissima!»
Ma a lei la bellezza quasi non serviva, perché il temperamento e la personalità oscuravano il resto, come in un altro caso celebre: la perduta Monica Vitti.
La macchina da presa l'amava pazzamente e basta guardare uno dei suoi film per rendersene conto: non c'è un fotogramma in cui il volto non abbia una presenza forte e questo è il retaggio di chi, a teatro, deve arrivare fino all'ultimo strapuntino della galleria. Eppure non c'era nulla di caricato o enfatico in lei, che nei primi piani usava solo gli occhi come mezzo espressivo, consapevole del loro appeal. Aveva un sorriso largo e comunicativo ed è invecchiata con grazia ed eleganza, senza cedere alle seduzioni della chirurgia mostrificante.
Ha attraversato tutto il periodo magico del teatro e del cinema italiano, ha sposato cause umanitarie importanti e si è battuta per i diritti delle donne insieme a Tina Lagostena Bassi.
Il XXI secolo si è aperto e continua con una serie di lutti nel mondo della cultura, della conoscenza, dell'arte e della ricerca della bellezza che ci lasciano più poveri e più soli.
Vittorio Gassman, tra il serio e l'ironico ebbe a dire:«Che farete senza di me?»
Effettivamente senza di lui, senza Mariangela Melato e Rita Levi Montalcini, solo per citare gli ultimi che hanno detto ça suffit, ce la caviamo peggio. Molto peggio.
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