lunedì 2 dicembre 2013

Venere in Pelliccia


Roman Polanski, Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric



«E l'Onnipotente lo colpì
E lo consegnò nelle mani di una donna»


Un uomo, una donna, un teatro vuoto, un libro dentro un testo teatrale dentro un film.
Sono questi gli scarni elementi sui quali Roman Polanski costruisce la sua storia.
E il risultato è straordinario.

Mathieu Amalric è Thomas, un regista in cerca di un'attrice alla quale affidare un ruolo difficile.
Emmanuelle Seigner è Vanda, una dea sotto mentite spoglie.

Chiusi per 89 minuti in un teatro polveroso, tra scenografie dismesse e il rumore di un temporale, i due personaggi giocano una partita a scacchi nella quale non può essere richiesta la patta.

Thomas e Vanda: la creazione artistica, il complesso rapporto tra chi dirige un lavoro teatrale e chi deve dare corpo e voce a un personaggio si intrecciano alle figure di Severin e Wanda, i protagonisti del romanzo di Leopold Von Sacher-Masoch da cui il film, passando per una pièce teatrale di David Ives, proviene.

Come in un gioco di specchi nel quale continuamente la verità diviene finzione, Thomas e Vanda si muovono su un terreno prima ingannevolmente semplice e poi via via più cedevole, più ambiguo, più pericoloso.
Sono l'oscura palude del desiderio e delle sue implicazioni, la tentazione di annullamento nell'altro, la pulsione alla morte e al suo contrario; molti i livelli di lettura e alcuni disagevoli per lo spettatore.
La metamorfosi di Vanda, sboccata figlia delle periferie parigine è travolgente non solo per il regista che le sta davanti ma anche e soprattutto per il pubblico in sala.
La Dea che si svela come Salome e a poco a poco sorge in tutto il suo splendore è la catartica punizione della mascolinità esibita e per questo periclitante.
Ma chi è padrone di chi? Siamo davvero in grado di dominare i nostri impulsi, o ne veniamo soggiogati, trascinando con noi le nostre vittime in una caduta senza riparo?
Cosa succede all'Eros se per un momento sciogliamo i lacci della rispettabilità?
Dove conduce la brama di conoscenza?


La Seigner offre la prova migliore della sua carriera, quasi oscurando il pur bravissimo partner (un perfetto doppio di Polanski).
Matura e bella di una bellezza senza filtri, la sensuale protagonista di Frantic è qui una donna dallo sguardo spesso e fumoso, dalle forme generose, dall'appeal irresistibile.
Per 89 minuti tiene la scena senza un cedimento, in precario equilibrio tra lussuria e ironia.

Mathieu Amalric si conferma uno dei grandi attori del cinema francese.
Privo di enfasi, attento al gesto, eppure intenso e perfettamente calato nel ruolo dell'uomo denudato nel profondo.
Antipatico all'aprirsi del sipario, quando giudica Vanda basandosi sull'involucro e poi via via più sincero, più arreso alla scoperta e come ansioso di saperne di più su se stesso e la sua anima.

La regia è così perfetta che non si vede. Era dai tempi de «Il Pianista» che Polanski non realizzava qualcosa di altrettanto riuscito.
Con un budget risicato e una location fissa Polanski emoziona e fa pensare.
È chiaramente un atto d'amore verso la moglie, un regalo all'attrice, un omaggio al femminile.
Farebbe incetta di premi se non lo avesse diretto lui, se non fosse un personaggio discutibile e a molti inviso.
Ma dopo l'Oscar a Tarantino, forse non tutto è perduto.

«Venere in pelliccia» il testo originario, scandaloso romanzo che rimanda alla verità, è un viaggio nell'inconscio collettivo.
Sacher-Masoch, in forme disparate e in dosi difformi è dentro ognuno di noi.
Spesso è irriconoscibile, paludato dalla nostra coscienza castrante, zittito dal pensiero razionale, mortificato (sic!) dal quotidiano.

Ma c'è, respira, e appena può, ci parla.




4 commenti:

  1. Molto bella la recensione, bellissima la Seigner in questa foto. Percepisco l’esigenza artistica del marito, Polanski, regista talmente innamorato della sua musa, che si pone al di fuori di quello sguardo, per catturarne (come noi) da spettatore la grande bellezza. Lo sguardo della Seigner è qualcosa di mirabolante ed è ciò che più cattura in questa immagine. Sogno spesso di essere guardato così da una donna: è lo sguardo l'elemento che maggiormente trasmette la sua femminilità. E un uomo che ne è trafitto finisce per esserne inconsapevole preda e irrimediabilmente catturato, vuole saperne di più, desidera di entrare a far parte del suo mondo, di conoscerla. Gli occhi di lei piantati in quelli di lui sono molto più sensuali di qualsiasi altro invito, posa, (assenza di) vestiti. Mi ha convinto: penso che andrò a vederlo. Grazie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro amico, ho apprezzato la sua analisi sulla foto, sulla questione degli sguardi e la sensualità di essi. Tuttavia si è chiesto cosa voglia significare, nel contesto della foto, il fatto che il pugno dell'attore si posi sul grembo della Seigner, proprio mentre lei lo guarda così?

      Se un giorno dovesse ripassare, mi piacerebbe conoscere il suo pensiero in proposito.

      Elimina
    2. E il caso, caro Anonimo - omonimo di me stesso che ho scritto il primo messaggio - ha voluto che ripassassi da qui.
      Si narra che un giorno un tizio abbia fermato per strada Dante Alighieri e gli abbia chiesto: "Maestro, qual è il miglior alimento?" e che lui abbia prontamente risposto: "Un uovo". Detto ciò, i due se ne andarono ciascuno per la propria strada.
      A distanza di mesi il tizio incontrò nuovamente Dante Alighieri e gli chiese senza preavviso: "Con che?" e il Maestro rispose senza pensarci su: "Col sale".
      Mi sono permesso di raccontarle questo aneddoto per andare incontro alla sua curiosità circa il mio pensiero sulla foto, sugli sguardi e sulla base del rapporto che lega un uomo e una donna. Ma non intendo affatto darle torto, perché sono sempre convinto che lo sguardo sia tutto (in questa foto e non solo): mi riferisco a tutto ciò che riguarda il complesso mistero dell’amore. Ma il sale della tensione sessuale non guasta mai. Anzi, insaporisce. Purché nelle giuste priorità. Provi ad immaginare il sale senza l’uovo.
      Un caro saluto e a ben risentirci.

      Elimina
  2. Splendida recensione per uno splendido film!

    RispondiElimina