domenica 9 febbraio 2014

Tutta colpa di Freud

Claudia Gerini, Marco Giallini

Partiamo da un presupposto: io non amo il cinema italiano contemporaneo quando si esprime in forma di commedia.
Solitamente non gode della leggerezza e dell'eleganza della comédie francese, dello humour al vetriolo della commedia inglese o delle atmosfere inconfondibili della sophisticated comedy americana.
Ma, a volte, uscire dai propri schemi mentali può riservare delle sorprese.

«Tutta colpa di Freud», l'ultima fatica di Paolo Genovese (autore anche della sceneggiatura) è una pellicola che si segue con piacere e che strappa più di una risata.

Lo spinoso tema del rapporto tra psicanalista e paziente è trattato da un'angolazione imprevista.
Francesco (Marco Giallini) è uno psicoterapeuta cinquantenne che ha tre figlie: Marta, interpretata da Vittoria Puccini, Sara (Anna Foglietta) e Emma (la giovane Laura Adriani). 

Più strampalate e immature di così le fanciulle non potrebbero essere e ognuna incarna una precisa nevrosi, ben riconoscibile da chiunque si sia steso almeno una volta sul divano di un analista freudiano. 
Le sorelle, giovani e belle, si servono a piene mani dell'esperienza paterna per avere consigli in tema di rapporti sentimentali, sottoponendo il pover'uomo a un fuoco di fila di situazioni difficili da gestire.

Fidanzati cinquantenni che fanno inorridire il genitore, misteriose affascinanti signore a spasso col cane, fidanzate lesbiche e poco coraggiose, ladri sordomuti di libretti d'opera, uomini qualunque (leggi infrequentabili) popolano l'universo delle tre ragazze per due ore di carrellata sul mondo dei rapporti d'amore all'alba del XXIº secolo.

L'affresco che ne esce non è dei più confortanti. Spassosa e spaventosa ad un tempo la sequenza nella quale Francesco riunisce le figlie e poi illustra le tipologie XY. Risultato: gli uomini degni di essere frequentati sono il 5% del totale. Buona fortuna... Neanche Sibylle è mai stata così pessimista.

Il punto di forza del film sono sicuramente gli attori, tutti disinvoltamente calati nei rispettivi ruoli. 

Claudia Gerini e Alessandro Gassman, nella parte dei coniugi annoiati, sono tristemente simili a chiunque si possa incontrare per la via.
Marco Giallini ha, tra le altre cose, una voce bellissima e Anna Foglietta ha una recitazione molto fisica, di stampo quasi americano. 

Menzione speciale per Vinicio Marchioni: ricoprire degnamente una parte priva di dialoghi, affidandosi semplicemente allo sguardo e alla mimica non è impresa per tutti. Lui ci riesce piuttosto bene e nell'ultima sequenza, in un teatro magicamente vuoto, riesce a commuovere nella forma e nella sostanza.

Non avendo visto altri film diretti dallo stesso regista, non sono in grado di giudicare il suo lavoro inserendolo in un quadro più ampio.

Certi tempi comici potrebbero migliorare e forse qualcosa si poteva tagliare, ma nel panorama odierno di noia e inutilità, questo piccolo film, che fa pensare e sorridere, non è da sottovalutare.
Certo, non sorprende, non spiazza, non ribalta chissà quale teorema.
Ma non stiamo parlando di un qualche ponderoso capolavoro.

Last but not least, la colonna sonora, un mix di standard jazz, opera e brani moderni, è veramente degna di nota. 

L'amore è difficile, l'amore è sfuggente, l'amore è una faccenda pericolosa. 
Lo diceva Omero, lo diceva Shakespeare, lo ripeteva Jane Austen, lo hanno reiteratamente detto, scritto, recitato tutti quanti.

L'amore ti frega. Sempre.

E mettiamoci il cuore in pace. 

P.S. Se avete difficoltà a dire "ti amo"... provate ad adottare un cocker.