martedì 8 gennaio 2013

Il Tradimento di Nigella Lawson

Nigella Lawson


L'impensabile è accaduto. 
Nigella Lawson, la bellissima donna che guardavamo con un piacere estatico mentre ancheggiava tra i fornelli e preparava piatti oltraggiosamente ipercalorici, così sorridente fiera e felice della sua taglia 50, è incredibilmente dimagrita fino a una taglia 44.
Per lanciare il suo nuovo libro di ricette ispirate all'Italia Nigellissima, la signora ha deciso di allinearsi ai canoni di bellezza odierni e ha seguito non so quale dieta che l'ha portata a ritirarsi come un maglione di cachemire lavato a 90º.
Guardando le foto scattate per la copertina, lady Lawson ci appare plastificata (spero solo da photoshop e non dal botox) e scavata, priva delle guance rotonde e delle curve che ne avevano fatto l'icona sexy della cucina degli ultimi anni.
Ci avevano provato altre sciure, meneghine e non, a seguire il suo esempio (una per tutte, l'insopportabile Antonella Clerici) ma burrosità e fascino non necessariamente convivono e la bionda nostrana riusciva solo a sembrare una garrula palla di lardo. 
Ma Nigella no! 
Chi non ha desiderato almeno una volta seguire il suo esempio e aprire il frigorifero all'una di notte per farsi uno spuntino con pane e salame? (Io un paio di volte ci ho aggiunto anche la maionese, tanto per non sembrare avara).
Chi non avrebbe voluto essere invitata a cena da lei per gustare qualcuna delle sue pietanze piene di burro e pancetta e roast beef e cioccolata e altre calamità trigliceridiche?
Ovviamente questo discorso non è rivolto ai tristi vegani che possono tranquillamente passare oltre e andare a farsi una tazza di miglio integrale. Altrove.
Ci ha mentito Nigella, ecco la cosa grave. 
Ci ha passato per anni il messaggio che il suo corpo le andava benissimo così, che non c'era niente di sbagliato nel non essere una taglia 40, che se sei magra di natura ok ma se per restarlo devi patire la fame allora il gioco non vale la candela e adesso? I guru del marketing ti dicono che se vuoi vendere devi essere spigolosa, che i salutisti spendono più dei golosi e tu, anziché fare un bel salame (con la maionese se occorre) chini il capo e rispondi Yes, sir?
Che delusione, che perdita... Cosa ci dirai adesso? Che i finocchi bolliti sono meglio dei cupcakes? Che la carne rossa favorisce l'insorgenza dei tumori mentre il tofu protegge dall'infarto? Rinnegherai tutto il tuo passato culinario? Anziché un frigorifero colmo di formaggi francesi, crème fraîche, champagne e arrosto di cervo ci mostrerai insalata e soia? 
Spero solo che la tua sia una follia momentanea e che tu non abbia veramente deciso di assomigliare a tutte le altre, a tutte le tristi donne perennemente in lotta con la bilancia che non riescono a ridere e a dire un bel «vaffa» a chi le incontra e malignamente dice "ti trovo un po' ingrassata".
Ma lo so che succederà... Una notte ti alzerai dal letto e andrai a prepararti un french toast. Doppio. Con gelatina di lamponi e panna acida. Poi tornerai a dormire il sonno dei giusti.
And fuck the diet! 

3 commenti:

  1. Vero, che gran delusione!!
    Ed io che "utilizzavo" l'immagine di Nigella per contrastare le idee di quelle donne che, pur avendo come target gli uomini, seguono un modello di donna dettato dalla moda e dalle convinzioni di altre donne che noi preferiamo le secche spigolose anoressiche...

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  2. brutta cosa l'invidia....
    firmato un "triste" vegana

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  3. Egregio Lettore o Gentile Lettrice,
    (la doppia intestazione è d'obbligo, poiché il suo messaggio non chiarisce il genere...)

    L'invidia è veramente un sentimento poco elegante.
    Tuttavia, pur comprendendo il suo verde disappunto, non riesco a capire da dove dovrebbe scaturire l'invidia in questo contesto.
    Se lei si riferisce alla taglia della signora Lawson, è vero, io vesto una 38 pur non sapendo cosa sia una dieta e quindi non posso vantare curve generose ma proprio per questo l'ammiravo, perché era una Donna che non cercava di allinearsi. Perché era deliziosa nel suo sprezzo per i regimi punitivi. Vede, io guardo con sospetto i salutisti, i proibizionisti, gli igienisti, gli astemi, gli astinenti e in generale tutti coloro che mortificano corpo e spirito.
    Il quadro di Falero che introduce al blog è un chiaro riferimento al fatto che credo fermamente nell'auto indulgenza. Non ho nemici tra i cibi, i vini, il sesso, i sigari, i superalcolici. Ne ho alcuni in altri campi: ma questa ė un'altra storia...

    Cordialmente

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