domenica 20 gennaio 2013

Padre Georg. Un Pavone in Vaticano

Padre George Gänswein


Padre Ralph de Bricassart è tornato!
Più in forma che mai, il sogno erotico di tutte le ragazzine degli anni '80 ammicca dalla copertina di Vanity Fair, sguardo sornione e ciuffo scompigliato.
Solo che il volto bello e impossibile, photoshoppato con discrezione, non è quello dell'attore Richard Chamberlain, bensì quello di Padre Georg Gänswein, segretario privato di Herr Ratzinger, nonché arcivescovo e prefetto della Casa Pontificia di fresca nomina.
Io ho studiato dalle suore per un numero di anni che preferisco non ricordare e uno dei mantra che hanno afflitto la mia adolescenza era che "la vanità è un peccato" e la bellezza, da cui la vanità inevitabilmente procede, va attenuata, compressa, mortificata onde non divenire strumento di tentazione e materiale utile al demonio.
Ora, io ho fatto una dannata fatica a liberarmi da questo e altri condizionamenti cattodeliranti e ritrovarmi l'eminenza grigia del Vaticano che afferma "essere bello non è peccato" mi fa venire voglia di intentare una causa per danni morali ed esistenziali alla Santa Romana Chiesa. 
Se ricordo bene, la Superbia è uno dei sette peccati capitali e nella scelta di un alto prelato di festeggiare l'investitura per mezzo del magazine più cool e radical chic del mercato editoriale, io di Superbia con la maiuscola ne vedo parecchia. 
Monsignore è, con ogni evidenza, una mente politica raffinatissima e perciò non ha ceduto alla volgarità di un'intervista: il pezzo di Andrea Tornielli è un sapiente collage di affermazioni indirette e rimembranze di passate conversazioni alla Radio Vaticana piuttosto che per il Süddeutsche Zeitung.
Il ritratto che emerge chiarissimo fra le righe pesate col bilancino è quello di un uomo dalla sconfinata ambizione che è riuscito a insediarsi alla destra del Padre, scalzando un altro agguerritissimo come Josef Clemens, che per vent'anni era stato a fianco del futuro papa.
Schön Georg ha creduto, a differenza del predecessore, nella possibilità che Ratzinger conquistasse il soglio e questo dimostra una lungimiranza non comune, la capacità di destreggiarsi tra gli intrighi di palazzo (Clemens non l'ha presa bene), la volontà ferrea di salire sempre più su nella piramide del potere.
Sinnlich Georg è il portone blindato che bisogna aprire per arrivare al pontefice, la sua influenza è praticamente senza limiti e neppure lo scandalo Vatileaks ha potuto scalfire il rapporto di assoluta fiducia che lega il pastore tedesco al suo bellissimo dobermann.
La nobiltà papalina di genere XX ovviamente lo adora ma Lui non si sbilancia. Nega l'esistenza di fidanzate in gioventù ma confessa «di avere sempre avuto un rapporto sereno e anche molto naturale con le donne» cosa questo voglia dire lo sa soltanto lui.
Circa i commenti al proprio aspetto fisico sehr heiß Georg sorride e protesta di «aver fatto finta di non sentire» e poi «di averci fatto l'abitudine con l'andare del tempo». Irritante quanto una top model che dica « in fondo io non mi sono mai vista bella, ho i piedi troppo lunghi».
Esattamente come il Padre Ralph di Uccelli di rovo viene chiamato a Roma dalla lontana Australia in virtù del patrimonio ereditato da una vegliarda vogliosa e perfida, così Georg trascorre pochissimo tempo nella natia Germania dopo l'ordinazione a sacerdote e fa il suo ingresso trionfale nei palazzi vaticani grazie alla propria bellezza e al proprio intelletto di prim'ordine; da quel momento l'ascesa diviene inarrestabile e vorrei pure vedere... anch'io vorrei un segretario con una faccia hollywoodiana, gran conversatore, che si tiene in perfetta forma facendo sport e che con l'abito talare è un figo mai visto! 
La lunga strada verso l'anello del pescatore è irta di difficoltà, di nemici, di battaglie durissime da combattere nel silenzio delle stanze vaticane ma voi non sareste disposti a scommettere su di lui? 





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