martedì 15 gennaio 2013

Le Vergini Giurate del Kosovo

Vergine Giurata



Sulle montagne del Kosovo e nelle zone rurali dell'Albania settentrionale si è mantenuta fino ai giorni nostri una tradizione arcaica e innegabilmente barbara.
Burrneshë o vergine giurata è una donna che sceglie di diventare un uomo e non lo fa per motivi di identità sessuale, bensì per accedere allo status maschile che le garantisce diritti e privilegi che altrimenti le sarebbero negati. 
Una burrneshë, dal momento in cui si spoglia delle vesti femminili per indossare i pantaloni, diviene un uomo a tutti gli effetti e come tale può fumare, bere, portare una pistola, guidare, votare, sedere a tavola con gli altri uomini in stanze proibite alle donne di casa, ereditare beni, possedere denaro, comprare e vendere proprietà, lavorare i campi, andare in guerra.
In una parola: esistere. 
Per ottenere questo si taglia i capelli come un uomo, cambia il proprio nome, assume atteggiamenti mascolini e, qui arriva la fregatura, si mantiene vergine per tutta la vita.
È infatti la rinuncia ad una vita sessuale il pesantissimo prezzo che viene chiesto per non essere una proprietà degli uomini; per essere libera di pensare e di parlare.

In passato, la conversione poteva avvenire anche per salvare molte vite. Se una ragazza rifiutava un fidanzato, la famiglia di lui aveva il diritto/dovere di vendicare l'onta e così i due clan correvano il rischio di trovarsi coinvolti in una faida senza fine. Per scongiurare la strage bastava che la fanciulla riottosa rinunciasse per sempre alla propria femminilità. Facile, no?
Secoli di isolamento hanno permesso che l'usanza giungesse fino a noi, permettendoci di raccogliere le testimonianze delle ultime non donne che ancora vivono negli sperduti villaggi kosovari.

Mi è difficile immaginare le vite di queste coraggiose sventurate, disposte a fingere per decenni comportamenti e pensieri alieni alla loro natura pur di non essere schiave di mariti in tutto simili ai bruti.
Non penso neppure sia stato il mezzo per esternare un'omosessualità che i pesanti tabù dei clan non prendevano in considerazione, perché il sesso era loro negato.

Quali storture può apportare alla psiche una scelta di questo tipo? 
Cosa pensavano queste donne nel segreto delle loro stanze virginali?
Dopo trenta o quarant'anni a muoversi e parlare come uomini si saranno sentite tali?

La fatica del mondo pesa sulle spalle delle donne, perfino quando donne non sono più.






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