domenica 28 aprile 2013

Nella Casa




Allen, Bergman, Hitchcock.
Sono questi i primi nomi che vengono in mente guardando l'ultima fatica di François Ozon. 
È infatti ricco di rimandi e citazioni, dedicati ai tre mostri sacri, questo bel film scritto dallo stesso regista e ispirato al lavoro teatrale El chico de la última fila, dello spagnolo Juan Mayorga.
In bilico tra thriller psicologico e commedia grottesca, è la storia di un rapporto pericoloso tra professore ed allievo, dove gli equilibri di potere tra mentore e discepolo si perdono fino a capovolgersi completamente. 
Fabrice Luchini, (già interprete per Ozon del delizioso Potiche) è Germain, un professore di letteratura che ha dovuto rinunciare alla carriera di scrittore per mancanza di talento.
Ernst Umhauer è Claude, uno studente che viene dalla periferia, con uno spiccato istinto per l'affabulazione. 
L'incontro tra i due mette in moto una partita a scacchi eccitante quanto rischiosa.
Claude desidera introdursi nella casa e nella vita del suo compagno Rapha (Bastien Ughetto) per assaporare le dolcezze della vita borghese ma soprattutto per poter incontrare la bella madre di lui: per riuscirci, si offre di aiutare Rapha con lo studio della matematica. 
Quando Germain chiede ai ragazzi di descrivere in un tema il loro ultimo weekend, Claude narra della sua prima visita a Rapha e lo fa così bene da catturare immediatamente l'interesse del professore e di sua moglie Jeanne, una gallerista che deve fare i conti con la crisi, interpretata da una Kristin Scott Thomas algida e allenianamente  nevrotica. 
Nella parte della musa di Eros troviamo Emmanuelle Seigner, più florida del solito e molto a proprio agio nel rappresentare la moglie annoiata e pronta alla schermaglia (vera o immaginata?) con il diabolico adolescente.

Intorno al quartetto in viaggio verso le rispettive perdizioni si muovono gli altri personaggi e tutto il meccanismo funziona in un crescendo rossiniano di realtà, proiezione, onirico e fantasia dove Thanatos è solo un gioco.
I piani di lettura sono molteplici ed è il background dello spettatore che sceglie cosa vedere nel rapporto tra arte, creatività, passato e presente nelle opere della galleria (uno degli spunti satirici meglio riusciti), piuttosto che nella letteratura ottocentesca o nella realizzazione di un film.
Quando Germain appare fisicamente in una scena che è frutto della sua immaginazione il fantasma di Bergman sorride nella penombra e possiamo immaginare la sorniona soddisfazione di Hitch per il sincero tributo al suo capolavoro La finestra sul cortile
Quanto ad Allen e al suo Match Point pensiero, non è il caso di rovinare la sorpresa... 
Fabrice Luchini si conferma l'attore più interessante del panorama francese. Il suo professore, frustrato dall'insuccesso del suo unico libro, che riversa sull'allievo (il figlio desiderato e mai avuto) le proprie ambizioni di scrittore, è una rappresentazione paradigmatica dell'uomo in cerca di quel riscatto che il giovane e disincantato Claude non potrà né vorrà portare a compimento. 

La domanda che Ozon sembra farsi (e farci) potrebbe essere: serve qualcuno per manipolarci o siamo già le vittime predestinate delle nostre ossessioni? 

  

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