martedì 8 gennaio 2013

La Parte degli Angeli

La parte degli angeli.

Il regista Ken Loach ci regala un altro dei suoi momenti di riflessione sulla condizione umana e lo fa con indiscutibile maestria.
La parte degli angeli è un film che mescola perfettamente il dramma, la commedia e la speranza come se fossero l'acqua, l'orzo e il lievito di cui è composto il whisky.

All'inizio i personaggi che si muovono nella Glasgow proletaria sono brutti, sporchi e cattivi e si fatica a credere che l'atmosfera plumbea possa lasciare spazio alla commedia, ma è proprio allora che si comincia a sorridere e poi a ridere di gusto.
Paul Brannigan (un attore alla sua prima esperienza che per questa interpretazione si è meritatamente portato a casa un BAFTA Scotland Award) è Robbie, lo sbandato condannato ai lavori socialmente utili che decide di emendarsi a modo suo: cioè mettendo a segno un furto ingegnoso insieme a tre emarginati come lui.
Il quartetto di ladri in kilt a spasso per le Highlands è esilarante e non si può che fare il tifo per loro.

Loach crede fermamente nelle possibilità di rinascita dell'essere umano, ci lascia intuire che i figli cambiano le prospettive e curiosamente usa un vizio, l'alcool, per riscattare delle giovani vite apparentemente avviate sulla via della perdizione.

Ma davvero mister Loach, lei crede negli angeli? 

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