martedì 22 gennaio 2013

La Migliore Offerta

Geoffrey Rush


Premetto che Giuseppe Tornatore non è tra i miei registi preferiti. Anzi.
Se si esclude la struggente storia de La leggenda del pianista sull'oceano (ma lì c'era dietro Alessandro Baricco...) ho sempre trovato i suoi film un po' irritanti o decisamente stucchevoli.
Nuovo cinema Paradiso è datato già da anni e lasciamo perdere gemme come Malena con una Monica Bellucci di plastilina (che rovina totalmente un'idea interessante) o il mortifero Bagheria durante il quale mi sono addormentata. 
Quindi, quando persone assai fidate mi hanno detto di correre a vedere La migliore offerta ero assai perplessa. 
Devo fare ammenda: questo film mi è piaciuto moltissimo.
Pellicola riuscita a cominciare dagli attori, con un fantastico Jeoffrey Rush nella parte dell'iracondo protagonista per continuare con un mellifluo Donald Sutherland e una bellissima e brava attrice che non conoscevo; Sylvia Hoeks. 
La storia, che non può assolutamente essere svelata, tiene lo spettatore col fiato sospeso e con la paura di aver capito cosa sta succedendo. La fotografia e le luci sono perfette, da grande cineasta.
Tornatore indaga l'amore, la paura, l'inganno, l'innocenza, la colpa, il desiderio e costruisce un meccanismo ad orologeria che non perde un colpo.
Il percorso in apparenza salvifico dei protagonisti dove li porterà? Cosa sappiamo di chi abbiamo vicino? Cosa conta davvero, alla fine di tutto?
Nessuno è mai veramente innocente e il prezzo che si paga per la propria cupidigia è sempre la perdita della propria anima. Quando c'è. 
L'indeterminatezza che percorre gli ultimi dieci minuti è magistrale; oserei dire di hitchcockiana memoria.

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