lunedì 17 marzo 2014

12 Anni Schiavo


Michael Fassbender e Chiwetel Eijofor

Saratoga, Stato di New York, 1841.

Solomon Northup è un violinista di talento, ha una moglie e due figli che lo amano.
Conduce una vita tranquilla, circondato dalla stima dei suoi concittadini.
Solomon è un uomo di colore nato libero.
Un giorno qualunque di primavera, mentre passeggia in un parco, il destino si abbatte su di lui con ferocia e l'uomo si ritrova spogliato della propria identità, incatenato e venduto al mercato degli schiavi.

Per 12 dolorosi, interminabili anni, Solomon vivrà prigioniero nelle piantagioni della Louisiana, alla mercé dei bianchi, ceduto di volta in volta ad un nuovo padrone come un attrezzo agricolo o una bestia da soma. 
Determinato a sopravvivere a qualunque costo e a riprendersi la propria vita, Solomon affronterà il dolore fisico, l'umiliazione, la perdita della dignità.
Fino a che un giorno qualunque, un incontro casuale gli restituirà il futuro. 

Il regista inglese Steve McQueen ha realizzato un film duro, con sequenze crudeli.
Ha preso una vicenda realmente accaduta, tratta dalla pagina più buia della storia americana e l'ha raccontata senza mezzi termini.
Se una certa retorica appare in controluce, nulla toglie alla potenza della vicenda.

La parte del protagonista è stata affidata a Chiwetel Eijofor, un attore britannico capace di passare con efficacia dal dramma alla commedia e già apprezzato in pellicole come «Amistad» «Kinky Boots» e «Love, actually».
La sua interpretazione di Solomon è intensa e molto fisica, fatta di primi piani e muti sguardi.
Nella metamorfosi da uomo libero a oggetto di scambio per il pagamento di un debito, Solomon piega il proprio orgoglio alla decisione di non morire.
Se il Django di Tarantino era un fiero combattente che spezzava le catene alla prima occasione, il musicista umiliato di McQueen coltiva nel silenzio una speranza incrollabile per 12 anni, fino al giorno del riscatto.
Michael Fassbender, nella parte dello schiavista Edwin Epps, ci regala un'altra interpretazione di uomo profondamente disturbato e lo fa con rara efficacia.
Bigotto e crudele al limite del sadismo, con una luce di follia negli occhi chiari, Fassbender si accanisce sui suoi schiavi per lenire i propri demoni interiori.
Ed è la piccola Patsey la sua vittima prediletta: la giovanissima e bella schiava che Epps violenta ogni notte senza che nessuno possa opporgli resistenza.
Lupita Nyong'o, vincitrice di un Oscar più che meritato, ci restituisce tutto il dolore e l'impotenza di una bambina che, per essersi procurata un pezzo di sapone che le permetta di lavarsi, viene legata a un palo e frustata con ferocia, fin quasi a morirne.
Nel cast anche Benedict Cumberbatch nella parte di William Ford, il primo padrone che compra Solomon dal cinico mercante di schiavi Paul Giamatti.

Brad Pitt, produttore del film, ha voluto per sé la parte del deus ex machina; nel ruolo dell'abolizionista canadese Samuel Bass, Pitt rintraccerà la famiglia di Solomon e lo riporterà a casa.

Solomon Northup fece sentire la propria voce e, una volta tornato libero, si batté (inutilmente) per ottenere giustizia.
La sua storia è giunta fino a noi.
Del destino di Patsey invece, nulla sappiamo... 

1 commento:

  1. La prima parte mi è sembrata lenta. Lei cosa ne pensa?

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