martedì 4 dicembre 2012

Sesso dopo Cena? Dipende...

Frank Sinatra e Ava Gardner


Il cibo, in tutte le sue declinazioni, compresa la negazione dello stesso, è uno dei grandi protagonisti di questo deprimente periodo storico.
Da una parte il punitivo Dukan e le sue accolite con la mania della taglia zero che si nutrono di avena e altro becchime per uccelli, dall'altra Nigella Lawson e le sue seguaci che spadellano allegramente pancetta affumicata e uova strapazzate a qualunque ora, fingendo di non sapere cosa sia il colesterolo.
Ho sempre pensato che cucinare sia un gesto d'amore, di attenzione all'altro, un modo per dire mi importa di quello che ti piace e voglio dividerlo con te. Come a letto, luogo in cui i gusti del partner sono, o dovrebbero essere, fonte di ricerca e scoperta.
E proprio il filo diretto che unisce cibo ed eros è un argomento che trovo appassionante, anche perché, viaggiando spesso da sola e quindi consumando molti pasti solitari, ho sviluppato negli anni l'abitudine di sbirciare il rapporto con il cibo delle persone intorno a me.
Quello che segue è un elenco sparso di impressioni accumulate in viaggio...
Alla larga dagli uomini che, senza motivo, trangugiano una squisita pietanza come se fossero inseguiti dall'esercito di Gengis Khan: se hanno così fretta di terminare quello che dovrebbe essere un piacere, non oso pensare alle tempistiche orizzontali.
Giove pluvio ci scampi da quelli che si alzano da tavola a fumare tra una portata e l'altra: il loro palato abraso dalla nicotina non è in grado di distinguere un sontuoso roast beef preparato a regola d'arte da una simmenthal riscaldata nel microonde: dovremmo forse aspettarci appassionanti prestazioni papillifere?
Disseppelliamo il Concorde per fuggire più in fretta da quelli che ordinano verdure al vapore con pesce alla brace senza condimenti e acqua naturale: se non sono a dieta per evidente sovrappeso o malattie del ricambio, probabilmente avranno una notevole tartaruga addominale ma è esattamente sul mostrarvi quella che si concentreranno una volta spogliati, non su di voi.
Grazie, sono lusingata ma sono gay è la risposta da dare alle avances di quelli che parlano mentre masticano, usano lo stuzzicadenti a fine pasto, si passano la lingua sull'interno delle guance per stanare residui di torta dalle gengive: la mancanza di buone maniere a tavola fa sempre il paio con un atteggiamento trogloditico fra le lenzuola e che non si traduce mai in - Piacere Jane, io mi chiamo Tarzan e se mi seguirai nella mia capanna non te ne pentirai per il resto della vita - quanto piuttosto in un - Senti, stasera gioca il Milan ma se vuoi dalle  sette e quaranta alle otto possiamo darci dentro -
Da condannare alla castità forzata quelli che mangiano ad una lentezza esasperante, e rigirano il cibo nel piatto, facendolo a minuscoli pezzetti e intanto parlano, parlano, parlano... Caratteristica questa più femminile che maschile ma sommamente irritante in quanto suggerisce l'incapacità di concentrarsi su qualcosa per periodi abbastanza lunghi. Non so se capisco quello che dico...
Ma soprattutto e senza lasciarvi ingannare dalle apparenze, scappate a Samarcanda piuttosto che concedere le vostre grazie a quello che si siede dalla parte giusta rispetto a voi, accenna ad alzarsi se voi vi alzate, trasmette le ordinazioni al cameriere nell'ordine esatto, sceglie il vino più adatto al menù, è concentratissimo su ogni vostra espressione per cogliere il minimo cenno di disappunto, sincronizza i suoi ritmi di svuotamento piatto con i vostri e conclude facendo arrivare al tavolo una sorpresa racchiusa nel dessert.
Quello, se non ha almeno sessantacinque anni, non è un erede al trono, non fa Brummell di cognome, è uno che ha studiato la lezione e vi sta propinando un copione. Da qualche parte ha letto che è un metodo infallibile per far crollare la preda al primo incontro, secondo il metodo «minimo sforzo massimo risultato»
Una volta arrese ci si ritroverebbe in un abisso di noia e prevedibilità, dentro uno show alla sua ennesima replica.
Balbettate un - i frutti di mare devono avermi dato fastidio - e fatevi riaccompagnare a casa.

(Continua)





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